Ciclo di incontri unico nel suo genere, svolto da figure artistiche e psicopedagogiche impegnate concretamente in progetti sociali, riabilitativi ed educativi attraverso l’uso del tessile: scuole, educazione alla manualità, istituti di pena, sostegno alla riabilitazione del linguaggio, progetti rivolti a soggetti non vedenti, progetti di autonomia di migranti e donne vittime di violenza.
Il percorso T’ESSERE si svolge con modalità di formazione esperienziale sull’utilizzo delle tecniche di ARTETERAPIA TESSILE per il lavoro nell’ambito dell’educazione, della riabilitazione, dell’integrazione, della clinica, del sociale inteso come spazio di intervento trasversale e multivariato che si sviluppa intorno alla pratica della relazione d’aiuto.
Il nostro linguaggio è colmo di metafore legate al mondo della tessitura, come se tra il narrativo e il tessile ci fossero delle parole condivise: Textum, per esempio, in latino, è il tessuto, che ci accompagna subito al concetto di Trama. Quella di cui si compone una stoffa ma anche un libro, un film, il filo del racconto che percorre la nostra storia di vita. La nostra vita è fatta come un patchwork di tanti pezzetti di stoffe differenti, e il nostro compito è cucirli insieme, cercando il più possibile di armonizzarne i colori, le dimensioni, le forme, in base al nostro personale bisogno di dare senso e posto ai nostri avvenimenti esterni ed interni. Impariamo a riparare gli strappi, ma anche a buttare via ciò che è logoro e sbiadito, ciò che non vale più la pena di rammendare. La vita è strettamente collegata agli intrecci. Forse per questo continuiamo a rappresentarli e a intrecciare fili e incontri con altre persone con le quali sentirci col-legati da invisibili “trame” comuni che ci fanno sentire parte di un senso di vita.
Il percorso laboratoriale vuole offrire ai partecipanti tecniche di Arteterapia Tessile, differenziando le varie proposte per tematiche, che possono poi essere utilizzate in diversi ambiti professionali: ludoteche, comunità terapeutiche riabilitative, scuole, centri diurni, centri di aggregazione giovanili, centri anziani, contesti socioeducativi, ambito della diversa abilità, sostegno alle donne, ai migranti, ai detenuti, alle categorie svantaggiate. E’ diretto a arteterapeuti, operatori sociali nei diversi ambiti della relazione d’aiuto, psicologi, educatori, riabilitatori, animatori, insegnanti, genitori.
Il laboratorio formativo di Arteterapia Tessile è prettamente esperienziale, i partecipanti avranno modo di apprendere le tecniche base del cucito e della tessitura e filatura, inserite nell’ambito del lavoro nella relazione d’aiuto e/o educativa.
Non è dunque richiesta nessuna abilità pregressa nel campo del cucito, né dell’arte.
Programma
La nostra vita, già prima della nascita, è appesa a un filo. Dentro la pancia della mamma siamo in connessione con lei, e quindi con il mondo, attraverso un filo speciale: il cordone ombelicale. Da lì in poi la nostra esistenza si dipana come un gomitolo fatto di fili differenti per colore e consistenza. Attraverso la costruzione di un gomitolo personale, introdurremo il tema del labirinto come metafora della difficoltà di orientarsi, di prendere decisioni, di sentirsi “persi”. Costruiremo dunque il nostro labirinto, lo esploreremo (dove porta? Cosa nasconde?), sceglieremo come raffigurarlo, capiremo come orientarci per venirne fuori, usando come guida il nostro gomitolo fatto di fili, filati, stoffe e parole cucite e annodate tra loro. Quelle parole, quasi magiche, che abbiamo imparato vivendo, e che se ci mancano possiamo ancora apprendere, e che possono aiutarci a uscire dai nostri dedali interiori.
L’uso della bambola in ambito educativo e riabilitativo attinge dalle teorie psicologiche dell’attaccamento in particolare da quella di Winnicott, che intende la bambola, il peluche, una coperta (ognuno avrà una preferenza nella scelta) come un “oggetto transizionale”, che aiuta cioè un passaggio, un transizione da una fase di vita all’altra, in età evolutiva. Anche per l’adulto un oggetto come una bambola, può continuare ad avere una funzione transazionale, di accompagnamento al cambiamento e al passaggio da una emozione all’altra, attraverso l’identificazione e il distanziamento. In questa giornata i partecipanti avranno la possibilità di costruire una propria bambola e apprendere il metodo PupazzediPezza ideato dall’artista Maria Carmela Milano e verranno poi condotti in alcune esperienze pratiche di utilizzo in ambito educativo e/o riabilitativo guidati dalla psicoterapeuta Silvia Adiutori
Habitus è un sostantivo piuttosto frequente nei testi latini, ed indica a seconda dei contesti, con «forma, aspetto, corporatura, contegno, atteggiamento esteriore» oppure con «modo di essere, temperamento, disposizione d’animo». Così come in ogni abito c’è un “tessuto” fatto di fili intrecciati tra loro a costruirne una trama, anche il nostro stesso corpo è portatore di narrazioni incarnate, di trame che tessono insieme esperienze, dolori, difese e segni di resistenza, dando forma a un preciso senso di sé e segnando il modo in cui abitiamo il nostro corpo. La pelle è il nostro primo abito, l’involucro che permette la separazione dalla madre e dal mondo, e nello stesso tempo l’incontro con l’altro conservando la propria integrità. Il laboratorio, nella sua modalità esperienziale e creativa, è finalizzato a promuovere l’incontro con il proprio corpo in un’ottica di ascolto e trasformazione dei vissuti in tessuti, delle emozioni in ricami. Esploreremo attraverso tecniche psicocorporee di rilassamento, di movimento creativo, di bioenergetica, aspetti emotivi del vivere il nostro corpo, per poi trasformarli, attraverso l’uso guidato di tecniche di ricamo e di assemblaggio tessile, in trame uniche e simboliche. Il lavoro psicocorporeo finalizzato alla conoscenza delle emozioni e ad una accettazione amorevole di noi stessi, si accompagnerà al piacere della creazione e della trasformazione dei materiali tessili dando vita ad uno spazio in cui realizzare dei “nuovi abiti” da vestire con vecchi tessuti, nuove “pelli”, nuove strade da percorrere, assemblare materiali in una sorta di mappa mentale, sentimentale ed emotiva, evocando un legame tra pelle e stoffa, tra cucire e curare.
I libri tattili sono libri costruiti con stoffe, ritagli, ricami, bottoni, spille, inserti di vario genere ed essi dunque raccontano non solo con le parole, ma anche con le diverse trame che la pelle delle pagine riporta (consistenze, filature, colori, ecc). Nell’incontro costruiremo un personale libro di stoffa, esplorando le diverse modalità di assemblamento, che accoglierà e conserverà i nostri racconti. Il coinvolgimento del tatto e della vista da utilizzare contemporaneamente per la fruizione del libro, permette e facilita un’esperienza psicofisica ed emotiva più intensa e profonda.
Far interagire l’immagine fotografica con fili e stoffe è una suggestiva tecnica creativa che fa interagire il digitale con il manuale, amplia la possibilità espressiva e i piani di azione creativa, lavorando sulla ricostruzione ricamata di quello che non appare nella fotografia. Nel lavoro verranno proposte diverse esperienze di foto cucito, sia con foto di famiglia che con foto d’autore.
CONDUTTRICI
MARIA CARMELA MILANO. ARTISTA TESSILE E VISIVA.
Artista interdisciplinare laureata all’Accademia di Belle arti di Roma. Da sempre affascinata dal lavoro sul mio corpo e sulle infinite possibilità di interazione attraverso di esso, canalizzo la mia ricerca attraverso differenti linguaggi e materiali, mescolando tecniche sempre diverse . Negli ultimi anni tutta la mia ricerca artistica si concentra sull’uso di materiali tessili e sulle tecniche di lavorazione legate al tessuto.Mi concentro sull’etimologia della parola “ tessuto” cercando e trovando dei parallelismi con il “tessuto organico” , in questa fase della mia ricerca ho realizzato progetti di arte tessile che hanno come tema centrale la geografia del corpo. Utilizzo prevalentemente il ricamo e l’uncinetto come tecniche di lavorazione del “Filo”. Dal 2000 mi sono occupata di Teatro Sperimentale con la Compagnia Santasangre con la quale ho esplorato il mondo delle immagini digitali e della materia che si trasforma. Mi occupo di minori dal 2001, con progetti di atività artistiche, innesco processi di laboratori con bambini dai 3 ai 10 anni in diverse ludoteche e librerie per bambini, collaboro con studi di logopedia e con scuole materne private. Al centro dei miei laboratori sono soprattutto i bambini , con il loro sapere fare creativo, e i materiali senza i quali non potrei attivare questi processi di creazione.
SILVIA ADIUTORI. PSICOLOGA, PSICOTERAPEUTA ARTETERAPEUTA.
Mi laureo in psicologia nel 2000 con una tesi sperimentale della cattedra di Psicofisiologia Clinica sull’effetto psicocorporeo della pratica del teatro sui detenuti. Nel 2006 mi diplomo come Psicoterapeuta della Gestalt e continuo ad esplorare con corsi e formazioni diverse, l’ambito dell’Arteterapia e della Psicoterapia Espressiva. Attualmente mi occupo di sociale seguendo come presidente della Cooperativa Panta Rei le attività di coordinamento di progetti riabilitativi verso adulti psichiatrici. Sono docente formatore presso il Corso triennale di arteterapia ad indirizzo arte visiva tenuto dalla Nuova Associazione per le Artiterapie nelle sedi di Roma, Bologna, Firenze e membro Apisat. Collaboro come docente nelle tecniche dell’arteterapia nella relazione d’aiuto in Master Universitari. Conduco laboratori di arteterapia in carceri, comunità, scuole e centri diurni e mi dedico all’attività clinica utilizzando la metodologia della psicoterapia espressiva che mette al centro del benessere l’esperienza della creatività e dell’espressività come approccio terapeutico